Rossitto: "Uomini veri per rilanciare l'azzurro"

15.11.2017 09:59 di  Redazione TuttoPordenone   vedi letture
Fonte: Gazzettino di Pordenone - Dario Perosa
Rossitto: "Uomini veri per rilanciare l'azzurro"

“Il calcio non è diverso dalla vita: per costruire qualcosa di positivo, serio duraturo ci vogliono uomini veri”.

Parole di un Fabio Rossitto forse mai così deluso e, per certi versi, così pessimista. A rovinare l’umore del Crociato hanno contribuito a metà il crollo del Pordenone (tre sconfitte nelle ultime tre gare) e la clamorosa esclusione della Nazionale dal mondiale russo. Quello neroverde (per origini e residenza) e quello azzurro (che rappresenta il vertice più alto della sua carriera) sono i colori che Fabio ama di più.

“Ho visto la partita della Nazionale lunedì contro la Svezia – racconta Rossitto - insieme a mio figlio. Alla fine ha pianto e – confessa il Crociato – avevo gli occhi lucidi anch’io. Come tutti gli Italiani abbiamo sperato sino all’ultimo secondo che il pallone entrasse nella rete svedese per andare ai supplementari, ma anche se ora sembra facile dirlo, era da un po’ che temevo di assistere a un finale così deprimente. La colpa non è né di Ventura, né dei giocatori che sono scesi in campo. E’ dell’intero sistema. Io giro parecchio per i vivai e seguo soprattutto le Primavera o le Berretti. Ci sono tanti stranieri e pochi Italiani. Le società vanno a pescare giocatori all’estero perché costano meno anche per il vivaio. Poi va a finire che nel Napoli che guida la classifica gioca un italiano solo, Insigne e a volte Maggio.

Nella Juve e nell’Inter la situazione non è molto diversa. Dicono che solo così si può far strada in Europa. A parte il fatto – scuote la testa Fabio – che ultimamente non mi sembra che le italiane abbiano vinto molto, nei team spagnoli e tedeschi, nazionali comprese, la situazione è molto diversa. Siamo onesti – conclude il suo sfogo Rossitto -, non è che Ventura abbia avuto grandi possibilità di scelta. Bisogna darsi nuove regole e ristrutturare tutto, a partire dai settori giovanili. Per farlo c’è però bisogno di uomini veri che non si piegano alle lusinghe dei mercati facili”.