La Graphistudio perde pezzi e cerca un campo per giocare la B

Ripartire dalla B, con un progetto ambizioso. Tramontate definitivamente da tempo le velleità di ripescaggio in A, la Graphistudio Pordenone sta mettendo insieme gli ultimi dettagli per...
14.07.2015 10:49 di  Redazione TuttoPordenone   vedi letture
Fonte: Messagero Veneto - Stefano Crocicchia
La Graphistudio perde pezzi e cerca un campo per giocare la B

Ripartire dalla B, con un progetto ambizioso. Tramontate definitivamente da tempo le velleità di ripescaggio in A, la Graphistudio Pordenone Calcio Femminile sta mettendo insieme gli ultimi dettagli per perfezionare l’iscrizione alla serie cadetta, pratica da chiudere entro il 25 luglio. Già espletati gli oneri di fideiussione, il principale nodo resta il campo di gioco, che non sarà più Vivaro: al vaglio, in particolare, le possibilità di un ritorno al Bottecchia.

Quanto all’organico, inevitabili le partenze. Confermato mister Fabio Toffolo, Perin (’97), Mella (’98) e Manzon (’97) si sono già accasate al Vittorio Veneto fresco di promozione nella massima serie assieme a Zandomenichi (’94), ancora alle prese con il recupero dal brutto infortunio patito a stagione in corso. Valigie in mano anche per De Val (’92, in foto), Piai (’93) e Paroni (’91), destinazione Tavagnacco: si tratta, qui, per uno scambio di giocatrici con le “cugine” gialloblù. Dalla Sinistra Tagliamento invece dovrebbero arrivare diverse ragazze del Bearzi (Udine), scioltosi dopo l’ultima stagione di B, mentre si manovra anche nel vicino Veneto. «Stiamo lavorando per cercare di fare una buona squadra – dichiara il presidente Antonello Colle – La squadra sarà sicuramente competitiva, l’obiettivo è cercare di risalire, ma senza strapparci i capelli». L’obiettivo principale, comunque, è costruire un club solido fin dalle radici. Si riparte, così, dalle squadre primavera e giovanissimi, cui andrà verosimilmente ad aggiungersi una compagine esordienti. «Cerchiamo un progetto nuovo – conclude Colle –, con un settore giovanile potenziato, per creare un percorso di ragazze che sentono la maglia. I presupposti ci sono e sono ottimi»