Pordenone Calcio: questione stadio, il PN Neroverde 2020 come i gruppi organizzati

30.12.2021 17:59 di Redazione TuttoPordenone   vedi letture
Pordenone Calcio: questione stadio, il PN Neroverde 2020 come i gruppi organizzati

Ancora una presa di posizione della tifoseria del Pordenone sulla questione stadio e della scelta del club di giocare al Teghil di Lignano le partite casalinghe del prossimo triennio. Dopo quelle dei Supporters Pordenone e dei Bandoleros Pordenone è la volta del fan club PN neroverde 2020.

Il comunicato:

"Circa dieci giorni fa é stata approvata la finanziaria regionale per l'anno prossimo. La politica l'ha celebrata come la legge finanziaria più ricca della storia per il Friuli-Venezia Giulia. Speravamo di vedere importanti novità circa il nuovo stadio per la seconda squadra regionale, invece non sembra esserci traccia di finanziamenti regionali per il progetto. Pordenone rimarrà una ricca provincia che non ha la forza politica di portare a casa il finanziamento principe per mantenere in vita l'unica realtà professionistica nello sport.

Ad oggi non abbiamo ancora avuto notizia dei fondi europei che dovrebbero in alternativa finanziare il nuovo impianto. Neanche un'indicazione.

Ovviamente, prima di accedere a tutte queste fonti di finanziamento sarebbe opportuno prevedere di mettere nero su bianco un progetto; in finanziaria si sarebbe potuta inserire una previsione di spesa per la predisposizione di questo progetto. Sembra, però, che nemmeno questa sia presente.

Che fine hanno fatto le parole spese questa estate, in piena campagna elettorale? Era il 28 luglio scorso e come per magia il tema stadio sparì dalla discussione pubblica; la stampa, colpevolemnte, non se ne occupò più, lasciando cadere forse l'unica questione che avrebbe potuto generare un vero confronto tra i candidati.

Il nostro club, in quei giorni, era salito a Tarvisio per le prime uscite dei Ramarri e aveva espresso la sua posizione di assoluta contrarietà ad un esilio lignanese che sembrava diventare una delocalizzazione permanente, con il beneplacito dell'amministrazione Ciriani I: Pordenone poteva cambiare con lo stadio.

Il 5 giugno a Terrazza Mare i Ramarri siglavano un accordo triennale di esilio forzato in cambio dei soldi per mantenere la baracca. I rappresentanti dell'Amministrazione presenti a Lignano assistettero con siddisfazione al trasferimento fuori provincia, rimanendo sulla posizione originaria dello stadio completamente privato, che equivaleva a non voler fare alcuno stadio.

La promessa del 28 luglio é ancora lettera morta nel giorno dell'approvazione della finanziaria regionale. Di progetto dello stadio non si ha notizia, di aggiornamenti sul fantomatico tavolo tecnico non si ha traccia. La stagione disastrosa dei Ramarri ha messo un'ulteriore sordina al silenzio degli ultimi 3 anni.

I gruppi ultras hanno chiamato il bluff della politica qualche settimana fa, pur accettando un paio di mesi fa quella tenue apertura. Da parte nostra, come immaginiamo anche da parte loro, non si riponevano troppe speranze su quelle vacue promesse; gli assessori-tifosi continuano a bazzicare il pubblico sempre più diradato del Teghil, ma nessuna foglia si é mossa ancora. Da parte loro si aspetterebbe un lavoro di pressione e di convincemento sulla Giunta e l'Amministrazione locale.

Lo stadio richiederà almeno 5 anni. Il Pordenone non può resistere (e non potrà esistere) per tutto quel tempo in esilio. Lignano non é Udine e il Teghil é un campo da Promozione o Eccellenza, non uno stadio per il professionismo.

Un altro anno é passato nell'immobilismo più completo. Il Pordenone é sempre meno pordenonese; i Pordenonesi sentono ancora meno il legame con la società; le trasferte sono ormai seguite da una scarsa, sporca dozzina ormai; al Teghil si registrano numeri da dilettantismo. L'Amministrazione ha vinto le elezioni e il timore, che diviene sempre più certezza, é che per altri quattro anni e mezzo non si farà nulla. La politica non si sveglia e non dà alcun segno tangibile di cambiamento.

Solo porfido e paroloni, ma lo stadio l'abbandoni!".