Basket: Winner Plus, i componenti del rooster campione

Finito il campionato e con esso l’interesse verso le “cose” di campo, proviamo a fare un breve bilancio stagionale dei campioni regionali, assurti al rango di eroi dai tifosi pordenonesi.
Con lo 0 Alessandro Michelin. Classe 2001 di Vittorio Veneto, ha vissuto una prima parte di stagione difficile. Il lavoro e l’entusiasmo di chi ha sposato in toto la causa pordenonese lo ha portato a una crescita esponenziale fino a diventare un cambio totalmente affidabile. Preziosa la sua duttilità in campo, capace di coprire i ruoli di Ala grande (il proprio), Ala piccola e, all’occorrenza, Centro.
Con il numero 1 Simone Baraschi. Arrivato a Pordenone tra lo scetticismo generale, il laziale ha subìto molte critiche pregiudizievoli dopo la prima uscita ufficiale in stagione. Nel giro di poche settimane tutto è cambiato fino ad essere votato dai Fedelissimi alla pausa di dicembre come il miglior giocatore insieme a Varuzza. Nella seconda parte di stagione ha evidenziato una leggera flessione. Come Michelin si è dimostrato duttile nel gestire i ruoli di guardia e play.
Con il numero 2 Giorgio Romanin. Classe 2003, arrivato per le ultime e infuocate 4 partite dei playoff, il bulldog si è rivelato determinante anche per coprire i minuti dell’infortunato Monticelli. Guardia/play come Baraschi, al netto di alcuni errori dettati dall’inesperienza e a volte da un’eccessiva frenesia, Romanin è stato capace di innalzare l’intensità di pressione sui portatori di palla avversari e non gli è mai tremata la mano davanti al grande pubblico che ha accompagnato la Winner Plus nelle serie. Come tipologia di giocatore assomiglia molto a Vendramelli. Ha ampi margini di miglioramento e c’è da augurarsi che possa essere confermato in C Gold.
Con il numero 3 Alessandro Abramo. Vittoriese come Michelin, classe 2003, in stagione ha forse trovato meno spazio rispetto alle attese. Giocatore molto grintoso e dotato di una discreta tecnica di base, si è scontrato contro una fisicità degli avversari ancora eccessiva per lui. Il ragazzo avrà tempo e modo di maturare e fiorire.
Con il numero 5 Umberto Nobile. L’Ala forte udinese è arrivata a Pordenone dove già il fratello Vittorio aveva lasciato buoni ricordi. Umberto è stato uno degli uomini più preziosi a disposizione di Starnoni per serietà, impegno e dedizione. Ottimo rendimento nel suo ruolo naturale, non ha disdegnato soluzioni con il tiro da fuori, anche se ha patito le pene dell’inferno quando ha dovuto sostituire sotto i tabelloni Mandic.
Con il numero 6 Alex Ndreu. Ala piccola, classe 2003, ha trovato poco spazio in stagione. Deve fare tesoro dell’opportunità di essersi potuto allenare con giocatori esperti e qualitativamente importanti.
Con il numero 7 Blaz Cresnar. Una guardia di 2 metri e 14 in serie C Silver è una assoluta eccezione. Impiegato da Starnoni come “regista” avanzato è sempre stato un fattore per superare le difese avversarie nel giro palla in attacco. Importantissimo anche a rimbalzo, capace di tirare con il 50% da oltre la linea dei tre punti ha un po’ deluso la sua indecisione vicino al canestro.
Con il numero 8 Giulio Colamarino. La stagione del capitano è stata altalenante. Dopo un brutto inizio condizionato da infortuni, il fromboliere di Pordenone si è acceso e le sue buone prestazioni sono coincise con il periodo in cui la Winner Plus rifilava dai 20 ai 50 punti a tutti gli avversari. Nell’ultima parte di stagione ha subìto un drastico calo prestazionale che è coinciso con il periodo più difficile che la squadra ha affrontato. Nel corso dei playoff lo stato di forma è gradualmente migliorato fino a farlo diventare assoluto protagonista nella serie finale.
Con il numero 10 Marco Gaiot. Per il classe 2003 pordenonese vale quanto espresso per Alex Ndreu. La cosa importante è che abbia potuto imparare il più possibile vicino ai giocatori esperti con cui si è allenato. Ora per lui diventerà importante trovare una soluzione che gli consenta anche di trovare spazio in campo.
Con il numero 11 Stefano Monticelli. Classe 2000, proveniente da Cividale, Monticelli ha disputato una stagione con luci e ombre. Il giovane udinese ha lavorato molto sul piano difensivo, ma è stato poco continuo in quello che è il sul suo punto forte che è il tiro dalla lunga distanza. La presenza di una figura importante come Colamarino e la non sempre generosa assegnazione di minuti da parte del coach potrebbero aver influito nel rendimento, ma questo significherebbe che c’è la necessità di crescere anche in termini di personalità. Nella prossima stagione Monticelli dovrà raccogliere quanto più possibile del lavoro seminato quest’anno.
Con il numero 14 Aco Mandic. Della stagione del serbo è inutile fare delle disamine tecniche. Un giocatore di altra categoria che a Pordenone, tra le altre cose, ha portato due cose: mentalità e passione. Man mano che trascorrevano i mesi Aco si è ambientato in città e preso confidenza con il pubblico fino a conquistarlo, ponendosi come punto di riferimento per tutti grazie alle sue doti da leader carismatico: l’Imperatore!
Con il numero 17 Matteo Varuzza. Grande stagione la sua. Il mago ha distribuito le carte con la solita qualità a cui, quest’anno, ha associato una continuità che da diverso tempo non si vedeva. Unico neo il nervosismo fuori controllo nei derby playoff, ma nelle due vittorie su Corno ha sfoderato prestazioni degne della sua classe. Tolto Mandic (giocatore fuori categoria), Varuzza è l’MVP di questa stagione.
Con il numero 18 Vincenzo Altieri. Il ragazzo campano ha in parte tradito le attese, del resto la competizione interna di alto profilo non ha favorito lo sviluppo di opportunità per potersi mettere in luce giocando con continuità. Va sottolineata altresì la serietà dell’uomo che ha saputo far buon viso a cattivo gioco, accettando la situazione e ponendo gli interessi della squadra prima di quelli personali.
Dario Starnoni. Il coach ha superato a pieni voti l’esame. Allenatore esperto ma per la prima volta alla guida di una C2 in qualità di capo allenatore. Ha condotto il gruppo alla vittoria reggendo alla pressione di chi ha l’obbligo di vincere e ha gestito uno spogliatoio pieno di ragazzi dalla forte personalità. Non era facile e non era scontato, tanto che in molti dagli spalti hanno manifestato il proprio scetticismo a inizio stagione. Lui ha vinto e chi vince ha sempre ragione.
Davide Galli. Il vice silenzioso e sempre prodigo di consigli. Gli piace stare nell’ombra e si è fatto apprezzare da tutto il gruppo squadra. Epica la sua guida dalla panchina a san Daniele dopo l’espulsione di Starnoni. Ha accelerato i ritmi di gioco e ribaltato la partita. Prezioso.
Mino Zago. Il DS è stato protagonista in estate quando ha costruito una squadra forte con un budget limitato, ma ha avuto un ruolo fondamentale anche nello spogliatoio. Gli ultimi anni a Pordenone sono stati tribolati a causa delle intemperanze di diversi protagonisti: se quest’anno il clima nel gruppo squadra è stato sostanzialmente positivo, lo si deve in buona misura a lui.