Pordenone Calcio: la parabola dei ramarri dal sogno della serie A ai successi odierni in Promozione
Dal paradiso all’inferno e ritorno, con i trionfi ed il fallimento legati al vecchio sodalizio fino alla nascita del nuovo club con a capo Zanotel che ha riacceso i cuori neroverdi in città. Dagli "anni 10" ad oggi il destino e la percezione del progetto Pordenone sono radicalmente cambiati: un’avventura, quella dei ramarri, iniziata nella stagione 2013/2014, quando i neroverdi vinsero il girone C della Serie D (scavalcando il Marano all'ultima giornata), e rientrati dopo 11 anni dall'esclusione, tra i professionisti. A fine di quella stagione la squadra vince anche lo Scudetto della Serie D: 1-0 in finale alla Lupa Roma, gol del "Leone" Denis Maccan.
La matricola Pordenone non ebbe un buon impatto nella stagione successiva nella nuova Lega Pro, trascorsa costantemente nella parte bassa della classifica del girone A e con 4 cambi d'allenatore inizata con Lamberto Zauli e proseguita con Stefano Daniel, Luciano Foschi e finita con Fabio Rossitto che ebbe il merito di recuperare posizioni in classifica fino a superare l'Albinoleffe proprio nell'ultima gara di campionato (1-0 al Bottecchia con rete del mulo Maracchi) per poi venire sconfitti nello spareggio playout dal Monza (già fallito), retrocedendo nuovamente in Serie D.
Tuttavia la tenacia e l'ostinatezza del presidente Lovisa si riuscì ad ottenere il ripescaggio in terza serie, a completamento degli organici lasciati liberi dalla mancata iscrizione di diversi club. Imparando dagli errori precedentemente commessi, il biennio successivo si rivela completamente diverso: Lovisa sceglie per la conduzione tecnica il pordenonese Tedino (per lui trattasi di un ritorno) spiazzando il tifo neroverde che acclamava a suon di popolo Fabio Rossitto. La scelta si rivelò azzeccata. La squadra si propone fin da subito ai vertici del girone A, chiudendo la prima stagione regolare al secondo posto alle spalle del Cittadella e ai play-off promozione sconfitti in semifinale dal Pisa (3-0 per i nerazzurri all'Arena Garibaldi e 0-0 a Pordenone). L'anno successivo si prosegue nella scia della stagione precedente, terminando al terzo posto il girone B vinto dal Venezia con il Parma secondo. Ai playoff il Pordenone, dopo aver eliminato Bassano, Giana Erminio e Cosenza, in semifinale in gara secca con lo stesso Parma al Franchi di Firenze perde ai calci di rigore dopo una gara condizionata da errori arbitrali.
L'anno successivo con Leonardo Colucci in panchina poi sostituito ancora da Fabio Rossitto, i ramarri compiono la storica impresa in Coppa Italia con la partita giocata allo stadio ‘Meazza’ di Milano contro l’Inter di Spalletti con 4000 tifosi neroverdi al seguito, dopo aver superato ben 4 turni ed eliminato anche il Cagliari, i ramarri persero solo ai calci di rigore dopo aver bloccato i nerazzurri sullo 0-0. Quella serata diede l’immagine esatta della crescita che avrebbe poi portato Pordenone in Serie B, promozione arrivata nel 2019 con Attilio Tesser in panchina. Un risultato storico mai raggiunto dai ramarri, nella loro stora centenaria. I Ramarri si aggiudicarono anche la Supercoppa di Serie C. Il primo anno in Serie B è stato a dir poco sorprendente: quarto posto finale in classifica, dopo aver sostato anche al primo. Ai playoff i ramarri si arresero in semifinale nel doppio confronto con il Frosinone che ribaltò il vantaggio acquisito dai friulani in ciociaria. Un risultato comunque più che soddisfacente per i neroverdi e i suoi tifosi che per la prima volta hanno potuto cullare sogni di serie A.
Invece, a partire dalla stagione 2020/21 qualcosa cambiò, in negativo. Stagione chiusa al quindicesimo posto in classifica, playout evitati all’ultima ed esonero di Tesser tra l'incredulità dei tifosi. Più travagliata è la stagione seguente, che vede il Pordenone perdere la categoria: 3 esoneri (Massimo Paci, Massimo Rastelli e Bruno Tedino) e scelte di mercate sbagliate che svuotarono le casse neroverdi.
Nella stagione seguente, in Serie C, si giocano ancora a Lignano Sabbiadoro dopo la parentesi Udine ma a partire dalla trentesima giornata, i ramarri dopo quasi 4 anni tornano nuovamente sul territorio pordenonese al Tognon di Fontanafredda. La squadra si classifica al seconda dietro alla FeralpiSalò ma viene eliminata nel secondo turno dei playoff nazionali dal Lecco. Alla vigilia di questa gara la notizia shock: a causa di problemi finanziari della società (passivo di 20 milioni di euro), il Tribunale di Pordenone apre la procedura fallimentare e il Pordenone rinuncia ufficialmente a partecipare al campionato di Serie C 2023-24, e di conseguenza per la prima volta nella sua storia non iscritto ad alcun campionato e con obiettivo il proseguimento del solo settore giovanile. Ma neanche quello si fece. A causa di una deliberata revoca della proposta di concordato preventivo in continuità presentato dagli avvocati al tribunale da parte del presidente Lovisa, il 31 ottobre viene ufficialmente dichiarata la liquidazione giudiziale (ovvero il fallimento) della società.
Le cause del crollo? Una serie di scelte tecniche sbagliate a cui sono seguiti investimenti sballati. Una instabilità che ha inevitabilmente inciso. Dal punto di vista sportivo verrebbe da dire che Mauro Lovisa è stato il più grande presidente del Pordenone Calcio ma dal punto di vista economico e morale il discorso cambia.
Da cosa ripartire? Dal nuovo progetto che ha portato il neroverde a risventolare in città. Grazie ai 7 nuovi soci il Nuovo Pordenone Fc è ritornato a primeggiare in un campionato seppur regionale per la gioia di tutti gli appassionati ancora fortemente amareggiati dal lungo anno di buio calcistico cittadino.