Run. Chiudono in bellezza il 2021 i cremisini fra maratone e maratonine

31.12.2021 10:21 di  Daniela Acciardi   vedi letture
Fiamme Cremisi
Fiamme Cremisi

Si tinge ancora di Cremisi questa fredda “coda” del 2021, con due prestigiose gare che hanno visto ancora una volta protagonisti i temerari atleti cremisini.

Il 12 dicembre scorso si è svolta, infatti, nella “città del Tricolore”, la 25ma edizione della Maratona di Reggio Emilia, che ha visto la partecipazione di oltre 2000 atleti. Il una bella giornata di sole, salutati da Gelindo Bordin e dalle note della Fanfara dei Bersaglieri di Scandiano, gli atleti in gara hanno affrontato il percorso, panoramico ma insidioso per la presenza di due impegnativi “strappi” altimetrici, con partenza e arrivo nel centro storico della bella cittadina emiliana.

La gara, valida per il campionato italiano assoluto e master, ha visto l’arrivo a Piazza della Vittoria del cremisino Giandomenico Sartor, che ferma il cronometro a 3:52:12.

La domenica successiva, si è invece disputata a Cittadella (PD) la 15ma Maratonina della Città Murata. In una giornata caratterizzata da una fitta nebbia e dal freddo pungente, che non hanno dato tregua per tutta la durata della gara, si sono cimentati ben 2000 atleti provenienti da tutta Italia. Primo dei cremisini a tagliare il traguardo, nel centro storico della bella cittadina medioevale, è Piergiovanni Furlanis, che ferma il cronometro a 1:24:57, seguito a breve distanza da Michael Benvenuto (1:32:18) e Marco Milani (1:33:37), che migliorano nuovamente entrambi il loro PB nonostante le temperature.

A ruota, tagliano il traguardo l’inossidabile Calogero Fabrica, che chiude la sua gara in 1:34:36, aggiudicandosi uno splendido 4° posto di categoria SM60, seguito da Andrea Pavan (1:36:29) e Roberto Toffoli (1:37:11). Anche quest’ultimo migliora il suo PB per la seconda volta in due gare consecutive.

Chiudono la lunga carrellata di atleti cremisini, tutti con un tempo di gara sotto le due ore, Mara Armellin (1:55:33), Giuseppe Rinaldi (1:57:10) e Beniamino D’Italia (1:59:40).

Articolo di Mara Armellin

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